“Vetements”, negata registrazione alla domanda di marchio statunitense

vetements

Lo scorso 21 maggio 2025 la Corte d’Appello del Circuito Federale ha confermato la decisione del Trademark Trial and Appeal Board, la quale, a propria volta, seguiva la stessa linea proposta dall’Ufficio Marchi statunitense (USPTO) in relazione a due domande di marchio depositate da Vetements Group AG, brand fondato nel 2014 da Guram Gvasalia, dal 2021 direttore creativo, e dal fratello Demna, appena nominato direttore creativo di Gucci.

Si tratta della domanda di marchio n. 88946135 per il segno figurativo

e della domanda di marchio n. 88944198 per il segno denominativo “VETEMENTS”, entrambe datate giugno 2020, con rivendica di prodotti in classe 25 e servizi in classe 35.

Sia il competente Esaminatore, prima, sia la Commissione dei Ricorsi, poi, avevano rifiutato la concessione della domanda, adducendo quale ragione la genericità o, in alternativa, la mera descrittività del segno per i prodotti e servizi rivendicati, in assenza di sufficienti evidenze di acquisita distintività. Tale risultato era basato, in particolare, sulla cosiddetta dottrina degli equivalenti stranieri, tenendo in considerazione che, da ormai quindici anni, il francese è la quinta lingua più parlata nelle case americane, oltre alla seconda più insegnata nelle scuole. La Corte d’Appello chiamata a decidere del ricorso ha condiviso tale prospettiva, ricordando che, secondo il precedente fornito dal risalente caso Northern Paper Mills datato 1993, “una parola tratta da una nota lingua straniera moderna, che è di per sé descrittiva di un prodotto, sarà considerata tale quando si tenterà di registrarla come marchio negli Stati Uniti per lo stesso prodotto”. Inoltre, la medesima Corte ha stabilito che il ricorrente non ha fornito elementi sufficienti a dimostrare le scarse probabilità che i segni oggetto delle domande siano tradotti, motivo per cui l’applicazione della suddetta dottrina deve ritenersi come corretta.

Torna in alto