Il marchio “FUCK” torna all’esame dell’ufficio USA brevetti

corte d'appello

Con la decisione del 26 agosto 2025, la Corte d’Appello federale investita del caso 2023-1539 ha disposto che l’Ufficio Brevetti e Marchi statunitense (USPTO) debba riconsiderare la propria decisione di diniego rispetto alla registrabilità di una serie di domande di marchio locale depositate dall’artista e designer californiano Erik Brunetti allo scopo di ottenere tutela per il segno denominativo “FUCK” in relazione a prodotti e servizi nelle classi 9, 14, 18 e 35.

Peraltro, lo stesso titolare aveva già ottenuto un successo dinanzi alla Corte Suprema in relazione ad una domanda di marchio per il segno “FUCT”, precedentemente rigettata dal medesimo USPTO sulla base dell’assenza dei requisiti di registrabilità per presunta immoralità.

La Corte Suprema aveva rigettato l’interpretazione dell’Ufficio, mentre la Corte d’Appello si è espressa, nel caso di specie, su un diverso motivo assoluto di invalidità, ossia l’assenza di distintività del segno. Viene indicata con tale locuzione l’incapacità del segno di segnalare al consumatore di riferimento il soggetto giuridico da cui i prodotti e servizi identificati con il segno stesso sono offerti sul mercato. Secondo la Corte d’Appello, lo USPTO non avrebbe fornito una motivazione sufficiente a sostenere tale prospettiva, sebbene la decisione della medesima Corte sia giunta non con l’unanimità ma con una maggioranza di due terzi dei componenti.

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